martedì 31 luglio 2012

Amore - mode OFF

Esattamente due anni fa ho vissuto l'ultimo giorno nella piena tranquillità di invecchiare e morire con Pinocchio, mio marito. Il 31 luglio 2010, giorno del suo compleanno, mi  ha comunicato di non essere più innamorato -"Ecco, non ti amo più". Era molto agitato, nervoso, mentre me lo diceva, ma credo ne fosse convinto. Quel giorno, quel giorno preciso il mio cuore si è spezzato. Due anni dopo mi ritrovo qui: l'ennesima donna separata da uno che chiamarlo Pinocchio significa usargli un vezzeggiativo improprio. L'elaborazione del lutto è una cosa lunga e dolorosa, per me - per lui no, ovvio, aveva e ha, ancora, quell'altra - un, anzi IL MOSTRO. Mi ha mandato un sms questa notte: "la mia vita mi fa schifo". Bene, dunque, caro ex amore mio ho un suggerimento di compleanno per te: che ne dici di stopparla questa vita merdosa? Le opzioni non mancano!! Di sicuro una scelta del genere eviterebbe il patetico moltiplicarsi delle tue mirabolanti figure di merda.
AUGURI!!!

giovedì 26 luglio 2012

L'illusione della privacy

Questa mattina mi sono recata all'ufficio anagrafe del mio comune. Purtroppo, benché rimandato per terrore (e orrore), è arrivato il momento di ritirare i documenti per la separazione. All'entrata ti accolgono due giovani donne abbronzatissime vicine al macchinino che sforna i numeretti: un pulsante per ciascun tipo di sportello, le file sono educate. Così, subito, mi domando perchemmai la popolazione ravennate abbia bisogno di due (DICO DUE!!) persone per saper dove pigiare. Il pensiero corre poi a città tipo Bombay, New York,...quante signorine ci saranno nei loro comuni??? Vabbé, prendo il mio numeretto e attendo pazientemente. Per evitare la tristezza infinita e buttar giù il groppo che ho in gola, apro il mio smartphone e leggo il blog divertente di una mezza sfigata ironica come me. Ora, debbo fare assolutamente una premessa: la sala d'attesa con lo schermo dove compaiono i numeri dei vari sportelli e rispettivi turni, è staccato da un lungo corridoio da quella che è la sala con gli sportelli, insomma una gran quantità di spazio. Mi son detta: sarà per la privacy... Quando arriva il mio turno, mi siedo, il tipo mi chiede cosa voglio e, senza attendere la risposta, comincia una questione col suo collega perché la stampante non funziona. Io dunque apro e do fiato alla bocca come un'idiota. Già penosa la cosa in sé, dopo devo pure ripeterla e infine la scimmia urlatrice mi chiede: PER CHE COSA LE SERVONO I CERTIFICATI DI RESIDENZA E STATO DI FAMIGLIA? Devo ribadire, mio malgrado, con nervosismo, con un fil di voce "per questioni legali, ehm, per una separazione". "AAAAH, PER IL DIVORZIO!" Gli avrei dato, lo giuro, una capocciata. "Nessun problema, facciamo una contestuale". Io penso, bho! Ed è a quel punto che mi dice con un sorrisino malizioso "Ma, signora, suo marito non risulta nel suo stato di famiglia. Lui nel 2009..vede qui?..non ha specificato questo quando ha cambiato residenza. Risultate ognuno per conto suo!!" E da quel momento cerco di spiegargli le varie fasi migratorie di residenza, acquisti di case, etc. e la mia voce risulta sempre più nervosa perché E' EVIDENTE CHE AVETE SBAGLIATO NELLA REGISTRAZIONE!! A quel punto lui mi guarda, con un filo di pena - forse sto diventando paranoica - e dice "controlleremo, ma a questo punto non ha senso cambiare per poi ricambiare lo stato di famiglia, no?"  A quel punto mi rendo conto che non ne posso più, mi guardo attorno e scopro accanto a me il bel figheiro che era prima con me in sala d'aspetto che mi guarda con un sorrisone da un orecchio all'altro, arrivato per farsi mettere una marca da bollo...Sarei sprofondata. Ho preso in fretta i documenti, li ho infilati nella cartellina con gli altri, rimesso gli occhiali da sole e sono fuggita.
Marchiata a fuoco. E come ha scritto l'avvocato nell'atto: la loro esperienza matrimoniale si è risolta negativamente a causa di contrasti insorti che hanno reso intollerabile la prosecuzione della convivenza;

AMEN

lunedì 16 luglio 2012

Ci siamo...quasi

Le formalità avanzano: siamo in dirittura di separazione. Io e Pinocchio all'alba del nostro sesto, merdoso anniversario, saremo legalmente separati. Da questa mattina sono preda di attacchi di panico, piango ogni tre per due e non riesco a capire esattamente cosa voglia dire "sta finendo un capitolo e se ne aprirà uno migliore", "finalmente sei libera", "adesso tornerai ad essere felice". Non capisco, davvero. Non respiro. Mi si chiude il diaframma, boccheggio e la testa comincia a girare fortissimo, mi vien la pelle d'oca e i brividi lungo la schiena. Mi domando se il tempo si comporterà da galantuomo. Mi domando.

martedì 10 luglio 2012

Il cuochino

Per una come me, con la passione per le cene, la costruzione e creazione di cibi leggeri e accattivanti, per la gastronomia dei territori, la cucina etnica, etc. far colpo su un bel cuoco, tale S. bé..ha il suo perché. Il tutto è nato assolutamente per caso. Buffet di gala alla fine di una serie di incontri riservati a tiepidi dirigenti in una sera occupata letteralmente dalla fregola per l'ennesima partita europea (di calcio, chetodicaffà). Un buffet meraviglioso letteralmente ma, oooppss, preparato per venti persone: presenti 6, che diventano magicamente 3 nel vano tentativo di allungare le chiacchiere quasi quasi arrivando a parlare della sintesi clorofilliana!! Naturalmente ho assaggiato tutto, ho bevuto tutto ed è quello che mi ha portato fino alla fine del disallestimento del buffet ridendo e facendo cavolate con l'allegra brigata del catering che ormai beveva pure lui!! S. si avvicina brinda con me e io gli chiedo della pasta katacosa per rifare quei magnifici gamberoni..roba da paradiso. Lui pazientemente risponde, con quell'aria da figo consumato, da bel tenebroso, da cuoco compiaciuto. Io incalzo su paté, conserve, cocktails e in quella infilata di cavolate da visibilissima brilla ovviamente ci scappa la domanda - ironica ma anche no - sul suo stato "occupazionale". Naturalmente l'uomo debitamente fidanzato mi comunica che non è geloso (lui?? al massimo la sua lei! ma tant'è..da un cuoco non puoi aspettarti il cervello di einstein, sarebbe realmente troppo). A questo punto gli domando maliziosamente di poterlo affittare col suo kit da gamberoni e caraffa di americano e gli smollo il mio biglietto da visita. Il biglietto da visita rimane sul tavolo, mogio mogio, triste triste e onestamente pensavo proprio che il mio show sarebbe nato e morto lì. Ma...S. va a prendere il suo bolide mi pulisce i capelli dalle foglie di gelsomino dove mi sono ficcata per evitare l'incursione del nostro gatto del cortile e mi da due baci sulle guance che proprio di dubbi non ne lasciano. Sbronza, torno a casa, mi metto a marinare il pollo al curry per il pranzo con le amiche del giorno dopo - tanto per rimanere in tema - e solo dopo almeno due ore mi rendo conto che l'uomo mi ha già mandato un sms, tanto per darmi il suo di numero. Al momento sono ancora in attesa del nostro incontro ravvicinato ma per quella sera mi son portata a casa da lui due bottiglie di un pregiatissimo Sejo e un cappello da chef con le firme dell'allegra brigata di cucina. Ecco, una delle conquiste meglio riuscite e..pazienza se è truzzo. Bon appetit!

mercoledì 4 luglio 2012

La seconda prima volta

Esattamente come due anni fa: una felice rimpatriata. Subito dopo il crollo totale il "fico" ricompare. Una domenica mentre corro come una folle sulla mia mountain bike mi chiama Enrico. Una telefonata lunga 12 km, senza fiatone e con un sorriso largo da un'orecchio all'altro. Il fico mi comunica che il giorno dopo suona alla festa del piddì. Premetto: io non sono mai stata ad una festa, non dico dell'Unità, ma manco del piddì e mi son guardata dal chiedere se non fosse la stessa cosa per evitare la figura della cretina. Ad ogni modo ho sempre saputo (certe cose si sanno come i muri che hanno le orecchie) che durante queste feste si mangia (salsicce perlopiù), si beve (birra e vino perlopiù) e si ascoltano dei brevi concerti (non sempre felici). Accetto con entusiasmo anche perché, ma non sono sicura, spero in un lieto dopofesta. L'entusiasmo tende a scemare quando scopro con disappunto che neanche una delle mille persone che chiamo, messaggio, scrivo per chiedere di accompagnarmi dicano di si! Gulp! No, la festa del piddì a Punta non va decisamente per la maggiore (e mi dispiace per Enrico). Arriva la sera, titubo - ci vado, non ci vado, mi vergogno e se il "dopo" rimane una pia illusione?? Insomma, proprio all'ultimo momento acchiappo con forza quella misera voglia che ho - no, non della festa - e m'imbarco. Veleggio alla volta di Punta, mi aiuto con Annie Lennox che mi canta gioiosamente un "walkin'on broken glass" e quindi arrivo alla festa. Sgomento. Ci saran state giusto una ventina di persone in un parchetto che poteva contenerne più mille: una proporzione simile non aiuta. Mando un sms ad Enrico e quindi mi fiondo al banchetto della birra e col mio bel bicchiere colmo comincio a valutare la migliore posizione per godermi birra, concerto (di Enrico) senza dare nell'occhio. Essì, perché con così poca gente..come diavolo fai a passare inosservata? Guardandomi attorno per adocchiare eventualmente il fico, mi rendo conto di una cosa assai curiosa: sul palco c'è una band (la band di apertura) che come minimo è naif: canta di disoccupazione, precarietà e soliti problemi giovanili scimmiottando vagamente Steven Tyler; bassista e chitarrista si intrecciano ad un certo punto tra gambe, braccia e strumenti e, non so come, non siano caduti, visibilmente forzati. 'Na tragedia!! quasi di fronte, su un altro lato, un tipo dall'età, volto e umore indefiniti strimpella una tastiera cantando TUTTO il cantabile di De Andrè. Ora, va bene tutto, De Andrè al piddì ci starebbe ma...lo stridore tra le due cose è veramente insostenibile, tanto più che al pianobarista dall'aria truce, pare abbiano alzato l'audio delle casse in maniera assurda. Al momento in cui Enrico sale sul palco il mio bel musicista preferito, con la sua aria timidosa e scanzonata non manca di far notare questo stridore salutando il suo alter ego che beatamente se ne frega e continua ad alzare sempre più i toni del suo De Andrè - nonostante il fico fosse su un palco rialzato e quello in basso, nonostante gli altri strumenti e quello da solo, nonostante l'impianto potente e altrettanta voce...quello di più. Piano piano la gente scema..il concerto finisce - di entrambi: De Andrè contro Enrico, una bella lotta. Non so cosa fare, non c'è anima viva DEVO andar via prima di sembrare una povera pazza abbandonata lì come un sacco di patate. E a questo punto la serata peggiora: Enrico mi dice che mi raggiunge non appena terminati i conti e sbaraccato. La domanda a questo punto è d'uopo: e io nel frattempo che faccio? In preda all'ansia interiore deido di accendermi l'ennesima sigaretta camminando verso la macchina con una lentezza che neanche una tartaruga, una volta sul mezzo mi decido: vado a scoprire Punta by night. Mi fermo ad un bar, ordino una birretta rossa e constato che sono L'UNICA donna nel raggio di mille metri!! Benone, giacché non sono timida, no no. Purtroppo il fico si fa desiderare, mentalmente, trascorsa un'ora durante la quale avrei anche potuto strozzarlo e ho considerato quasi tutte le fughe del parquet ai miei piedi pur di evitare lo sguardo di tutti gli uomini attorno a me, lo mando a quel paese e mi dirigo a casa. E qui la legge di Murphy si rivela in tutta la sua prepotenza: non appena metto piede in casa Enrico mi messaggia per avvertirmi che si è liberato. Ma a quel punto la notte, per me, si è fatta giovane: volo di nuovo a Punta per poi...ed è meglio terminarla qui. Bellissima notte come quella di due anni fa.