lunedì 10 dicembre 2012

ABBAINI

Circa tre mesi fa sono stata per la prima volta in visita a Torino. Mi è sembrata una città splendida e mi ha ricordato particolarmente altre due città: Bari e Parigi. E' singolare che Torino assomigli proprio a due città che qualcuno definisce l'una come la piccola altra (Bari è considerata la piccola Parigi..bé...'somma!).
In effetti ciò che mi ha fatto pensare a casa sono stati certi palazzi enormi, molti dei quali stile Liberty - credo, ahimé non sono una grande esperta. Fondamentalmente vivendo adesso in un territorio ad alta densità di "stile medioevale" quando mi trovo in una città con palazzi degni di tale nome, alti, poderosi e dalle linee pulite ed eleganti mi impressiono sempre perché mi sento più "a casa" riconoscendo in pieno le caratteristiche della mia vita fino ad 8 anni fa.
Ma oltre ai palazzi imponenti ed elegantissimi ho notato una caratteristica tipica degli edifici nordeuropei (Parigi in particolare): GLI ABBAINI!!! Moltissimi dei palazzi del centro sono provvisti di abbaini e, dovete sapere, fu la prima cosa che mi colpì di Parigi quando ci andai la prima volta ben 23 anni fa!
      
   - Abbaini in Paris -                                                      Abbaini in p.za Veneto a Torino -

Ora, gli abbaini sono quelle stanze ricavate in alto di un edificio, praticamente sulle falde del cornicione. Spesso hanno quell'affascinante tettuccio a punta, a volte no.
Io, non so perché, ne sono terribilmente affascinata forse perché mi sembra che vivere lassù debba essere terribilmente romantico. Non sono sicura di averne mai visto uno all'interno ma mi piace immaginarlo come un posto piccolo, caldo, accogliente, bohemiénne, magari un po' barocco.
Ecco vorrei tanto vivere in un abbaino e quindi difficilmente da queste parti.
Mi chiedo: quanto spazio è giusto dare all'istinto che ci orienta verso tutto ciò che irrazionalmente ci piace?
L'abbaino, per me, rappresenta quello o c'è un motivo diverso che mi spinge verso una cosa tanto singolare?

mercoledì 5 dicembre 2012

PER IL MIO UOMO DEL FUTURO


In qualche modo quando ho avuto le mie storie più lunghe e importanti mi sono sempre stati fatti notare determinati miei comportamenti/atteggiamenti, tipo, particolari.  Ieri sera, riflettendo sui miei rapporti futuri, mi sono resa conto che sarebbe più agile per tutti se denunciassi preventivamente e in forma chiara e leggibile le mie “pecche” ufficiali che di sicuro non cambieranno mai: neanche se fosse Giorg il mio prossimo…

IO SONO QUELLA
-Io sono quella che se le fai un grattino sull’ascella o nell’interno coscia mentre si guarda un film rimane immobile a godersela (senza ricambiare minimamente) e che, se ti interrompi, comincia  a mugugnare “fammi, ti prego fammi” facendoti venire crampi e formicolii alle mani, ai polsi e alle braccia
-Io sono quella che quando si va in un posto nuovo ad un certo punto se vede un anfratto che considera bello e che non è proprio di strada, piglia e ci va mollandoti al tuo destino senza una parola. Ovviamente ciò comporta una seria caccia alla dispersa che magicamente riappare dicendo “vieni, ho scoperto una chicca!!”
-Io sono quella che la mattina si sveglia sempre presto, anche nei we e tutti i festivi, perché ho bisogno di star da sola a godermi litri di caffeina, sigarette e letture varie. Se mi parli sei un uomo morto!
- Io sono quella che quando le chiedi di star lì sul divano o a letto a farsi due coccole ci rimane per al massimo 10 minuti perché poi scalpita che vuole fare qualcosa (uscire, passeggiare, cucinare, ballare, etc.) rompendo così ogni possibilità di romanticismo indoor
- Io sono quella che se le fai un regalo importante comincia a chiederti “ma ce lo potevamo permettere?” “ ma sei sicuro che è vero questo certificato di garanzia?” “belli, ma…non hai mai notato che non porto gli orecchini?” “non sarebbe stato meglio un viaggio o un orologio?” “se questa pietra fosse stata un po’ più così sarebbe stato meglio” . Uccidendo quindi tutta la magia di una vera sorpresa..
- Io sono quella che per il motivo di cui sopra ti fa un elenco dettagliato (marche comprese) e in ordine di preferenza di tutti i regali che preferirebbe ricevere. Scrivo un vademecum su un foglio che poi inserisco nel portafogli del mio lui e, abbozzando, mi giustifico col fatto che vorrei evitare gli sprechi…
- Io sono quella che quando entriamo in un locale e deve fare pipì ti chiede sussurrando se: “per favore, chiedi tu dov'è la toilette, che io mi vergogno” (e lui, in genere, acconsente  malvolentieri)
- Io sono quella che a Natale si aspetterebbe un bel panettone salato fatto artigianalmente in un forno e a Pasqua un uovo di cioccolata fondente di quelli pieni di noccioline perché non mi piacciono i dolci e men che meno il cioccolato tranne quello.
- Io sono quella che se la porti al mare devi trovare un MARE PULITO con SPIAGGE NON AFFOLLATE perché devo nuotare e non cuocere al sole e divento una furia se sto troppo tempo sotto al sole.
- Io sono quella che se mi sono stravaccata sul divano inizia a chiederti “mi allunghi il bicchiere per favore giacché sei lì?, mi prendi un fazzolettino pure, scusa eh? Che, per caso, visto che sei già in piedi, mi prepari un cous cous veloce con pesce e verdure da mangiucchiare davanti alla tv?” (vivo di cose semplici e servitù)
- Io sono quella che quando si arrabbia prende la porta e va a farsi un giro anche in notturna. Il perché non lo so..sono fatta così
- Io sono quella che se sono col mio uomo e qualcuno mi manca di rispetto mi aspetto che lui intervenga difendendomi, elegantemente, e che se non dovesse farlo metto il muso e, in separata sede, lo aggredisco con una valanga di insulti molto precisi che vanno dal “coniglio” al “come cavolo fai a fare un lavoro di così grande responsabilità se non sai fare neanche questo?”. (cerco parecchio il principe azzurro con la spada sguainata o, come direbbero gli psicologi, ho un complesso di Edipo non risolto)
-Io sono quella che il venerdì mattina la devi svegliare con i giornali del giorno. E’ un’abitudine sulla quale non transigo.
- Io sono quella che se si fa bella e ti chiede “come sto?” e ottiene SOLO uno “stai bene” se la mena parecchio: il tappeto rosso lo hanno inventato, o no??
-Io sono quella che ti critica senza troppa delicatezza se sei vestito come un fighetto coi jeans attillati o con la tuta acetata che fa scintille o che (DIO NON VOGLIA) scopre un braccialetto o una catenina d’oro sul corpo del virile. In questo non ho pietà ma divento un agnellino docile e buono se decidi di affidarti a me al mio buon gusto.
- Io sono quella che se ti vede utilizzare uno stuzzicadenti in pubblico sicuro ti molla dopo 5 minuti dandoti dello zotico senza limiti. (Non intenderò mai vergognarmi del mio uomo e questo mi farebbe moooolto vergognare).
- Io sono quella che se hai deciso di vedere un film insieme NON PUOI, NON PUOI addormentarti durante (in caso di sgamo della palpebra abbassata o un accenno di russo do in genere una gomitata e se lui si giustificasse col solito “NON STAVO DORMENDO, GIURO!!” io comincio a chiedere il resoconto dettagliato sia visivo che sonoro dei precedenti 15 minuti). Non puoi, sempre durante il film, usare il cellulare o altro dispositivo..neppure se ti stanno rintracciando per un morto o un ferito. Perdere il filo di un film, per me, è GRAVISSIMO se non proprio un REATO.
- Io sono quella che ama andare per ricerche enogastronomiche e quindi bisogna che si ordini necessariamente cose diverse per fare il cambio del piatto a metà. (Quindi si astengano pure dal ruolo di aspirante fidanzato i timidoni o uomini con la sindrome della dieta).

ECCO.

giovedì 22 novembre 2012

TURKEY DAY

Allora, sono tre giorni che passo pomeriggi, sere e notti a cucinare zuppa di zucca per la festa di stasera: 22 novembre, quarto giovedì di novembre; per gli americani oggi è il famoso thanksgiving, la festa con la quale i Pellegrini del nord America ringraziarono i nativi in seguito allo sbarco del Myflower. A questo punto verrebbe da chiedersi, io, che cacchio c'entro? Praticamente nulla; ma da tre anni a questa parte ho un'amica insolita, pazza e stimolante che, guardacaso, è di New York e ha iniziato me e tante altre persone very social alla carinissima serata del TACCHINO!! Dunque, chiariamoci, durante questa festa ciascuno prepara le specialità americane che si usano in questa ricorrenza tradizionalmente (ed è tutto facile da reperire..meno, molto meno il wild rice) ma, c'è un ma..(come sempre).
La tradizione impone una superiore, imprenscindibile cosa: IL TACCHINO. Esso viene proposto come re della tavola di questo evento ed è GIGANTESCO: non è dato sapere come e quanto vengano nutriti questi, che più che altro sembrano VITELLI, sta di fatto che sono grandi quanto la sottoscritta e sottoposti ad una tale infarcitura che come minimo uno peserà 30-40 kg circa!! Cioè: si festeggia il tacchino (o NEL tacchino??)!! Ciò che non mi è chiaro di questa usanza è perché sia un povero pennuto un po' stupido a farla da padrone se la tradizione del primo giorno del ringraziamento parla di cervi sacrificati in gran quantità portati dai nativi ospitati dai Pellegrini. Ho cercato di darmi qualche risposta senza fare stupide ricerche su google: la tradizione del tacchino è sopraggiunta per evitare lo scempio dei cervi e per la maggiore reperibilità dei tacchini? Oppure i tacchini devono essere così giganteschi per ricordare, appunto, la dimensione ('AZZ) dei cervi? O forse, i tacchini sono assurti al trono della tavola perché rappresentassero i tronfi Pellegrini (siocchi come i pennuti) dai nativi che imbottendo il loro deretano, gonfiandoli come palloni e affettandoli di buzzo buono si potessero sfogare un po'?
A me, con tutte 'ste riflessioni mi pare proprio vi sia l'urgenza di indire anche la in Italia  "giornata del tacchino" .

martedì 6 novembre 2012

L'ammirazione per gli uomini

Oggi mi son fermata a ripensare  a ieri sera. Ero a cena, con Pinocchio, in un ristorante giappo-cine-thai. Si parlava di un sacco di cose: sua sorella che si vuole rifare il naso (ommioddio!!, ma son stata pregata di non far commenti), dell'origine celtica di Halloween, di ciò che Sandy ha provocato a New York, e robe così. Insomma, le conversazioni che io e pinocchio avevamo normalmente quando tutto sembrava più che normale, perfetto. Ma tra tutti questi argomenti interessanti, mi è sfuggita completamente una domanda: "perché continui a mandarmi mail, messaggi e segnali di mancanza o d'amore?" Lui, di rimando, mi dice "bé anche tu lo fai". E qui l'asino (e lo stupore) son cascati. Premesso che io al massimo se rispondo, e accade assai raramente, è per ricordargli che deve pagar qualcosa, ho dovuto scacciare ogni tipo di stimolo assassino nei suoi confronti. Per lui vige ANCORA la reciprocità. Cioè "ehy bambina, come mi hai amato tu ti ho amato pure io, come ti manco così mi manchi tu, etc.". Ma la realtà, quella non difettata da sostanze psicotrope che evidentemente assume a piene mani da sempre, avrebbe dovuto portare a reazione ben diversa!! Tipo "lo so, cara, hai ragione. dovrei smetterla, evitare di infastidirti o rievocare costantemente quegli zombie dei sentimenti che hai provato per farti respirare tranquilla. so che sbaglio, ti chiedo scusa."
Ebbene, alla luce di questo tipo di modo di fare io, devo confessarlo, AMMIRO GLI UOMINI: per il loro pensiero arzigogolato ma egoisticamente perfetto, nell'assoluta indifferenza dei sentimenti altrui, nella impassibilità delle convinzioni, nel riuscire a trasformare qualcosa di orrido in pura "romanticheria", a girare la frittata secondo le proprie necessità, nella filosofia spicciola che riescono ad infondere a qualunque gesto e/o opinione. Tutti con la verità in tasca, tutti agnellini docili ché tanto per la società le virago son le donne, mica loro. Loro sono "semplici", se sbagliano è perché sono meno attenti di noi donne, in fondo, perché sono leggeri e puri come i fanciulli, per questo sono spesso egoisti, come i bambini nei primi anni di età.
Loro amano sinceramente e lo fanno al di sopra di qualunque comportamento sbagliato o lesivo o offensivo nei confronti dell'amata.
Li ammiro perché riescono sempre ad anteporre se stessi a lei: le loro necessità, la ricerca di se stessi, la libertà (oh la libertà..).
Parliamo di quest'ultima: ho molte più amiche che vivono per conto loro, si pagano le bollette, lavano e stirano per se e per altri, vanno in giro per il mondo anche con prole al seguito, che sanno fare le cose da "donne" e da "uomini",  e invece ...GUARDA CHE CASO, PORCA MISERIA!!.. conoscerò si e no uno o due uomini che vivono da soli, senza delegare a tintorie/madri/padri/sorelle/fratelli/amiche/mogli etc. almeno una parte delle loro fatiche quotidiane, che escono da soli, che vanno a comprarsi i calzini!!
Dunque, caro maschietto, come la mettiamo?
Per quante parole tu possa spendere sulla tua presunta libertà e buona fede, onestamente a me non convinci per niente.
Cercasi amico gay, disperatamente.

mercoledì 31 ottobre 2012

trick or treat?


Ieri sera ero a lezione di inglese - ossia le mega-chiacchierate/risate/ubriacate in americano dalla mitica Liz - e, per la prima volta, ho scoperto la leggenda della Jack-o'-lantern. Avete presente la zucca spolpata, con gli occhi e la bocca intagliati e la candela dentro? Quella. Quella è la lanterna del mitico Jack, colui il quale si prese beffa del Diavolo. In particolare, la storia narra che il Diavolo si presentò a Jack, suppongo in sembianze umane, per portarlo all'inferno e quel simpaticone del nostro amico, fingendo di non credere all'identità "diabolica" , sfidò Lucifero a rivelarsi tale trasformandosi in una moneta. Il Diavolo, in questa storia come in molte altre, è piuttosto tonto e quindi accetta la sfida lasciando che Jack afferri la moneta, ossia lui stesso, mettendosela nella tasca dove c'era già anche una croce intrappolandolo. Il Diavolo pregò Jack di liberarlo e l'umano glielo concede al prezzo della propria liberazione dalle "pene dell'Inferno". Ma il Diavolo, si sa, ritorna. La storia si ripete uguale, ma Jack stavolta lo sfida a raggiungere la cima più alta di un albero. Il solito tonto accettò ancora  ritrovandosi appollaiato su un albero dove il solito Belzebù-"capra" crede di aver vinto stavolta...mah!...Jack segnando una croce sul busto dell'albero lo intrappola nuovamente. A questo punto sembrerebbe che la storia sia tutta qui ma la parte davvero interessante della storia non è che Jack si liberi definitivamente del Boss dell'Inferno bensì ciò che accadde dopo. Prendo fiato e procedo. Prima o poi, anche questo si sa, si arriva alla fine di questa lunga avventura che è la vita e così anche Jack affrontò la sua dipartita. Una volta morto la sua anima si reca in Paradiso ma Dio, pur nella sua sconfinata misericordia, non lo fa entrare: Jack è stato nominato colpevole per aver preso in giro qualcuno durante la sua vita (seppure fosse l'antagonista del Boss Supremo). -Mmmm, che storia pazzesca.- Jack, quindi, si vede costretto ad elemosinare un posto all'entrata dell'Inferno - per certi versi questa cosa mi ricorda la fine dell'università di molti giovani brillanti. Ci si può immaginare la reazione del Diavolo a questo punto! Manco Lucifero gli dà asilo. Jack ormai messo alla porta da tutto il possibile vicinato, si vede costretto a camminare ramingo per le tenebre dell'oblio costruendosi una lanterna d'emergenza con una patata scavata all'interno della quale pose un pezzo di brace recuperata alle soglie dell'Inferno. Jack era uno spirito in cerca di un posto dove riposare eternamente: i lumini nelle patate in Irlanda, nelle zucche negli USA (e da noi) sono messi davanti alle soglie di casa per scacciare gli spiriti come lui, quelli che né il Diavolo né Dio li ha accolti. Per chiarire: le lanterne indicano che per Jack e  tutti quelli ignavi come lui da noi non c'è posto
A me 'sta storia mi ha messo tristezza, perché bisogna scacciare 'sti poveretti? Mi son detta che se mettessi zucche e patate con i lumini davanti alla porta sarebbe per dare a Jack la possibilità di farsi più luce, di sostituire la piccola brace che, ormai, nei secoli, sarà del tutto esaurita. 
E, infine, perché tutto questo non viene raccontato ai piccoli? Amerebbero Jack, io credo, come, da oggi, lo amerò io. Chi di noi non si è mai sentito un po' Jack, in fondo?
Concludo questo post sperando che si trovi, sempre, un porto sicuro durante e dopo la vita.

martedì 9 ottobre 2012

Niente da dichiarare

Mi sono resa conto che negli ultimi tempi l'angoscia che mi opprime mi rende penosissima. Fondamentalmente, io che ero quella che non desiderava mostrare le sue fragilità, adesso straripo di voglia di vendetta, di pianti isterici e a volte anche di urla verso chi, evidentemente, nulla ha a che fare con questo mio stato. I poveri malcapitati abbozzano in questo eterno imbarazzo al quale li costringo, si sentono in dovere di consigliarmi cose che sarebbe meglio non seguire e autorizzati ad esprimere un opinione. Ma un'opinione è un'opinione, tutto quello che, spesso, serve è solo un po' di calore e compagnia.
Tra due giorni tutto finisce ma io voglio ripartire. Benché vorrei essere orizzontale, finalmente.



I Am Vertical

But I would rather be horizontal.
I am not a tree with my root in the soil
Sucking up minerals and motherly love
So that each March I may gleam into leaf,
Nor am I the beauty of a garden bed
Attracting my share of Ahs and spectacularly painted,
Unknowing I must soon unpetal.
Compared with me, a tree is immortal
And a flower-head not tall, but more startling,
And I want the one's longevity and the other's daring.

Tonight, in the infinitesimallight of the stars,
The trees and the flowers have been strewing their cool odors.
I walk among them, but none of them are noticing.
Sometimes I think that when I am sleeping
I must most perfectly resemble them--
Thoughts gone dim.
It is more natural to me, lying down.
Then the sky and I are in open conversation,
And I shall be useful when I lie down finally:
Then the trees may touch me for once, and the flowers have time for me.

martedì 2 ottobre 2012

TRADIMENTO 2.0 (seconda parte)

Ebbene si, l'argomento di cui ho parlato in un mio precedente post TRADIMENTO 2.0 (prima parte) necessita di parecchie integrazioni. Nella volta precedente si è fatto riferimento sostanzialmente agli strumenti che concorrono all'atto del tradimento tecnologico - ma efficace in ogni senso - ed anche alla sua sconvolgente scoperta. Tante volte mi domando se Sir Conan Doyle avrebbe mai potuto concepire un capolavoro come quello di Sherlock se all'epoca fossero state già presenti cotante diavolerie.
In questa seconda parte - e, credo, ultima - cercherò di perlustrare i canali che è possibile utilizzare con quegli aggeggi di "brage". Il mio animo da giovane marmotta mi impone di valutare il tutto da soggetto attivo e passivo dell'adulterio.
Io, in realtà, utilizzerò un unico ma eccezionale canale di trasferimento delle informazioni di "piazza" : siori e siori ecco a voooii....SUA MAESTA' "IL SOCIAL". Chi di voi dissente? La quantità è tale da rendere il silenzio assordante.
Ovvio che stilerò la classifica di questi social benedetti/maledetti (o la "chart" come dice la figa Parodi nella sua ultima, utilissima, pruriginosa trasmissione). Loro ti rivoluzionano la vita, ti fanno sentire meno solo e meno distante: praticamente un incoraggiamento a delinquere!
Sul podio in assoluto: FEISBUC (anche detto faccialibro): su feisbuc "posti" ovvero inserisci frasi, parole, musiche e immagini che molto spesso possono vedere TUTTI. Pochi, ancora troppo pochi, sono consci delle impostazioni sulla privacy che è possibile inserire ai propri post e quindi...chiunque guarderà le tue foto, chiunque leggerà le tue minchiate, chiunque saprà dove sei stato, chiunque godrà nel vederti rosicare o essere triste. MA, e dico MA, se sei parte "attiva" del tradimento o parte "passiva" tu puoi - alla grande! - postare (per caso, certo) qualcosina affinché qualcun altro la legga e così, i post diventano gli strali, i pugnali, quei fantastici palloni che arrivano dritti in faccia, colpendo e, talvolta, affondando l'avversario.
Questo fesibuc ma mica solo lui: hai twitter, foursquare, instagram, whatsApp, google +, skype, linkedIn, tripadvisor, my space e tanto altro..
Si innesta un intreccio incredibile tra loro, tra le loro impostazioni , tra amici degli amici, semplici curiosi, etc.
In questa giornata, una mia amica ha scoperto tramite instagram che l'uomo che per  tre mesi filati ha frequentato e che le ha professato amore "puro", ha postato pubblicamente delle sue foto con un'altra nello stesso periodo!! è evidente, il fedifrago/a, pensa che quello NO non è tradimento, e che ..NO, non volevo farmi sgamare. Perché è tutto fuori da sé: è su un pc, su un cellulare, è realtà virtuale.
Ed ho omesso i blog, le storie personali che comunque circolano in rete. Adesso siamo tutti sotto scacco, nessuno escluso.
Il consiglio della nonna (talebana): NON COMPRARTI UNO SMARTPHONE, NON COMPRARTI UN PC! Se proprio non puoi farne a meno almeno: NON SCARICARE APPLICAZIONI VARIE, NON ANDARE IN INTERNET!!
Ahimè,potrebbe essere divertente, ma non lo è, questo post. Non lo è.



martedì 18 settembre 2012

Annimerdario

La scorsa settimana io e il villano avevamo deciso di concederci un ultimo, increscioso, lasso di tempo per..non saprei. Credo intimamente carezzassi la possibilità che una saetta - o una stella cadente - piombasse giù dal cielo per arrivare dritta in faccia a lui, in mia presenza, onde potermi mettere l'animo in pace, una volta per tutte che questo matrimonio fosse proprio arrivato al capolinea. Ma il destino ha pensato di agire diversamente. Come nelle migliori storie, di quelle inventate, la settimana ha avuto in sé degli sviluppi molto più interessanti. Già dal lunedì ho messo, come dire, non tanto inconsapevolmente "i bastoni tra le ruote" ai due - non troppo teneri - piccioncini. Una foto su instangram, un messaggio su facebook et..voilà! ( ma ne parlerò ampiamente nella prossima puntata del tradimento 2.0).
Il villano ha fatto su e giù tra una moglie gentile e solidale, in preda a pranzi, passeggiate sulla spiaggia, musei del cinema a Torino, pic nic alla collina dei conigli e la, ormai quasimogliearpia, che lo ha tampinato, richiamato all'ordine praticamente ogni giorno. Il villano non ha ceduto, ha tenuto in piedi tutte le palline che roteavano davanti ai suoi occhi come un giocoliere da Cirque du soleil. Nonostante la incredibile tristezza di tutto, ho ammirato questo capolavoro dell'arte teatrale con occhi spalancati da bambina alle giostre.
Ogni ora ha avuto il sapore nuovo di una avvenuta consapevolezza, ogni sguardo mi ha permesso di capire la pochezza del nostro rapporto ma soprattutto ho pensato "Ma quanto è po'rina 'sta tipa che non solo ha un ruolo da amante, ma viene pure cornificata con la legittima moglie???!!" E' una situazione ridicola, ma nel senso che fa veramente ridere a crepapelle.
E dunque lemme lemme, ma neanche troppo, arriva il fatidico 16 settembre: il villano è già volato tra le braccia della sua concubina (o lo sono io?? la cosa non è ancora chiara), è una domenica. Al mattino mi risveglio in una casa non mia, i bagordi della sera prima mi hanno impedito di ricordare lucidamente che ho seguito un cartone, stile roger rabbit, nella sua tana. Quindi mi sveglio col cartone al mio fianco, realizzo a malapena che si tratta del cartone, mugugno fragorosamente per la mancanza di caffè (a casa del cartone manca caffè, moka, espresso, caffè solubile e non per scelte virtuose, no, sarebbe ad un livello già troppo alto), mi trascino dolorosamente verso il primo bar disponibile (col cartone al guinzaglio che armeggia implacabile nel tentativo di accennare un abbraccio alla sottoscritta insofferente) finchè il cavaliere de noantri con una faccia che ci starebbe stato bene su una locandina da vecchio film di da ZETA movies (cioè, proprio la nullità assoluta) mi domanda: "che giorno è oggi?". Solo una forte dose di autocontrollo mi ha impedito di spaccargli quel muso da tinca, ho risposto con fare zen: " E' il mio ANNIMERDARIO (pirla!)"
Non vi sono, da allora più notizie del cartone.

domenica 9 settembre 2012

Amarcord


Una delle cose che ricordo di questi giorni di sei anni fa, forse la più nitida è che non mi piaceva il bagno dell’agriturismo dove ci siamo sposati e che trascinai, letteralmente, mia sorella a comprare candele e pout pourri per cercare di abbellirlo. E, d’altra parte, un cesso rimarrà pur sempre un cesso , o no? Certe pretese bisognerebbe multarle!

giovedì 6 settembre 2012

La festa sul bilancione

Ieri sera sono stata invitata ad una grigliata in uno di quei posti tipici dell'emilia-romagna dove si usa pescare lungo i canali del mare. Li ho sentiti chiamare in molti modi da queste parti e sul delta del Po, trabocchi, trabucchi, retoni ma per me restano sempre i mitici bilancioni.
Marina di Pisa - Bocca d'Arno

Un ragazzo, pure molto carino, ha organizzato lì una grigliata con alcuni amici conosciuti nei vari viaggi che organizza per seguire i concerti rock in tutta Italia e all'estero. Questa sua occupazione mi ha davvero molto incuriosita e le persone presenti erano tutte giovani, belle e di grande socievolezza. Sono stata molto bene: tra le saline di notte, sotto un cielo stellato, un umido con poche zanzare e qualche lampo che però non è stato seguito da nessun rovescio. Io mi sono presentata con un amico e tutti - dico, TUTTI - lo hanno considerato come mio compagno immediatamente. Ora, date queste premesse, gente aperta, colta, che si mescola per la comune passione per il rock, gente promiscua in senso ampio..bé, è anche quel genere di persone da cui non ti aspetti tanta chiusura mentale da dover necessariamente intendere come compagni un uomo e una donna che escono insieme. Io a questa cosa non ci sto! Perché da quando non sono istituzionalmente sposata chiunque sia al mio fianco diventa il mio nuovo compagno? E perché quando ero istituzionalmente sposata chiunque fosse al mio fianco diventava un pericoloso amante? Perché la gente non si ripulisce da tutta la malizia di cui è ammantata per motivi ancestrali? L'emancipazione, dunque, è qualcosa  propria solo delle piante o organismi non viventi?
Davvero è stata una delusione e mi son sentita patetica a ripetere a chiunque che "no, LUI, no, NON è il mio COMPAGNO". Almeno fosse stato Lenny Krawitz l'idea del conformismo non mi avrebbe fatto poi così schifo!!!


mercoledì 29 agosto 2012

Oggi posto...

....io sono nella stanza della musica, guardo la parete rossa che qualcuno ha definito un po' porno e ascolto "what a different are they made". è una serata un po' fiacca, di quelle nelle quali volentieri ti butteresti da un balcone ma...NON HO UN BALCONE!!!!! Sto pensando a Pinocchio e all'imperatore. Credevo di essere simpatica..vabbè, amici uomini, io non posso sopportarvi soprattutto se:
- avete il borsello  (cacchio mettettevi dei cargo o, se siete over 50, pantaloni e giacca utile che contenga portafogli, cellulare - UNO AL MASSIMO- e chiavi di casa!)
- avete ciabatte o infradito..NO NO NO gli uomini, com'è noto, non hanno piedi da esibire, non vanno dall'estetista se non per farsi le lampade o la ceretta (vedi sotto)
- avete fatto la ceretta o..peggio, le sopracciglia: vi rendete conto che è una roba assurda??? che siete assolutamente untochouble dopo?? no, è evidente che non lo sapete
- vi siete tinti i capelli... MA SE NON LO FACCIO IO!!

Questo è il post di una donna disperata, sono stata a letto con ciascuna di queste categorie nel tempo e..ed è per questo che so almeno ciò che non voglio.
Troppo rigida per supportare con foto..ahimé.

Stasera va così..

TRADIMENTO 2.0 ( prima parte )

Diverso tempo fa ho scritto un articolo con questo titolo. Ho all'attivo due anni - o forse più - che mi hanno portato a ritenere che la rilevanza dei mezzi di comunicazione odierni interessi anche i tradimenti, nella fattispecie io parlo del web.
Di seguito, quindi farò un elenco di quello che ho visto, e sentito, che riguardi l'argomento: robe semplici, ordinarie, purtroppo vere. Mi concedo qualche piccolo suggerimento di qua e di là per diventare dei piccoli investigatori 2.0!

Non cercherò di essere scientifica ma sfido chiunque a non riconoscersi!

Definizione di tradimento

Il tradimento, cercandolo nei vari motori di ricerca (rimaniamo tecnologici) attiene ad un atto di slealtà in generale, al rompersi di un impegno preso secondo certe regole. E questa è la versione super-bignami perché altrimenti non la finiamo più. - Per dare un'idea andate qui http://it.wikipedia.org/wiki/Tradimento
Io mi occuperò dei tradimenti che anche senza particolari ricerche si identificano globalmente come CORNA.

Strumenti (più frequenti) del tradimento 2.0


  • Iphone, ipod, ipad, smartphone, cellulari, pc, tablet, e similari si meritano il palmarès di questo elenco. Niente di più facile che individuare sms o mail ambigui: 
- SMS TIPO  "..neanche te la immagini la voglia che ho di tenermelo dentro ancora un po'.." (mittente: se a il destinatario è un lui sarà di SICURO un nome maschile, gli uomini, si sa, non hanno fantasia; se a riceverlo è una lei sarà un nick studiato ad arte e privo di genere). Tralascio i momenti più assurdi in cui scoprire certi generi di messaggi ma sottolineo l'importante differenza tra i vecchi cellulari, dove vengono visualizzati un sms per volta, e i "nuovi mostri" dove non ti becchi solo lo choc del sms suddetto...NOOO.. l'intera conversazione tra i due!!!! - e sono bei momenti, durante i quali puoi dare delle chance a qualcuno solo dopo fiumi di alcool o droghe pesanti.
E-MAIL TIPO - in questo caso meglio considerare quelle inviate ma anche in questo caso si può visualizzare il carteggio - Lettere d'amore o piene di allusioni, con finale romantico, allusioni esplicite a momenti trascorsi insieme a destinatari (o da mittenti) con ogni tipo di nick (in questo caso due i casi; se c'è poca fantasia si ricorre al caro vecchio codice fiscale, diversamente si ricorre ad ogni ben di dio..in molti casi, però si può risalire all'età del mittente/destinatario poiché il provider gli affibbia spesso l'anno di nascita). E' raro che le e-mail abbiano una firma in calce, se c'è è quasi sempre un'iniziale col punto o un nomignolo cretino. Non bisogna altresì dimenticare che ti capita come un colpo di bazooka una mail di, che so, un vettore aereo, un'agenzia di viaggi o altra ricevuta di acquisti online che svelano - con tanto di nomi e cognomi - la prenotazione di un albergo dove, OVVIO, non vi ha mai portato, un volo a Parigi, etc. etc. Potremmo andare avanti per anni...
Ci sono casi..si, ci sono casi tristissimi, in cui nella cartella della posta in arrivo la bustina ha quella freccina viola: significa inoltro. Ci sono anche casi, quindi, in cui le cose romantiche o gentili che avete inviato a lei/lui vengano "riciclate"  per qualcun altro senza nemmeno usare il vecchio, caro copia-incolla.
Infine, ma è la cosa più banale, è possibile che si scoprano mille miliardi di account, su mille miliardi di provider, per inviare cose diverse a persone diverse, con identità diverse, con finalità diverse...mantenendo la stessa password: chi tradisce spesso non ha proprio un gran cervello!! Una vera e propria giungla dove potete, eventualmente infilarvi, pure voi con le corna ribaltando completamente la situazione!!
In entrambi gli strumenti citati la cosa che davvero fa male non sono i messaggi in sé: da subito, vi renderete conto, NON HO DUBBI, che in tutte questi molteplici casi la persona che avete a fianco ha scritto o ha fatto qualcosa non corrisponde alla quotidianità che con voi. Provate! E' garantito!
Tanto per completare il quadro: se siete sposati o comunque avete interessi in comune, è possibile scopriate anche strani traffici su conti in banca o altro.


- Divertitevi, prima di arrabbiarvi, a render pan per focaccia -


.....................continua



martedì 28 agosto 2012

Confusione, amica mia

Giovedì scorso torno a casa stanca morta, mi accoccolo sul divano e mi verso un po' di vino scorrendo il menù di sky per cercare un film ma vengo interrotta da una telefonata: Alberto. All'inizio penso che abbia sbagliato numero invece, in men che non si dica, mi ritrovo su una decapottabile verso il mare per bere una birra. Ma la birra si trasforma in una notte insieme. Il venerdì mi passa a prendere per una cena informale, pizza e birra, dove conosco alcuni suoi amici e ricevo un invito per una degustazione in una cantina..non male! La notte si risolve ancora con lui ma..Non sento niente. Alcune zone del mio corpo sembrano essere del tutto anestetizzate. Prendo in considerazione l'idea di parlargliene anche se so che è lui che non mi piace. E quindi parlo, parlo, parlo. Io non credo abbia capito. Mi porta a fare una bella colazione, mi fa conoscere una spiaggia meravigliosa dove incontro un paio di tizi che mi piacciono da morire e con cui flirto davanti a lui, infine andiamo ad una grigliata con altri amici. Per concludere in bellezza, un'altra notte insieme ma niente sesso. Purtroppo ho dovuto parlare, parlare, parlare ancora; spiegare, spiegare, spiegare sentendomi una stupida. Ho salutato Alberto domenica mattina e non ci siamo più sentiti.
Bisogna sfatare certi cliché: gli uomini sono o tutto o niente. Non ci sono uomini moderati, forse. E clamorosamente sono diventata una stronza. La cosa mi confonde..
E comunque, possiamo davvero accontentarci di uno che la prima volta indossa slip con un cartone animato davanti??

venerdì 24 agosto 2012

Woulda, shoulda..

In qualche modo mi ritrovo sempre a pensare cosa avrei potuto fare, quando ancora potevo. Ho incasinato tutto ad un certo punto? Sto continuando ad incasinarmi? Ieri ho riflettuto molto sulla dipendenza: è un problema che affligge molte donne, credo. Un po' tutti vorremmo sentirci al sicuro, come dei piselli nel loro baccello. Arrivati ad un punto della vita desideriamo emozionarci ancora ma anche avere un porto sicuro dove approdare ogni giorno o quando ci va. Quando mi sono sposata pensavo fosse così e mi sono anestetizzata. Oggi mi sono svegliata con la chiara sensazione che non desidero complicazioni. Voglio emozionarmi ed esplorare, ma desidero ancora le mie abitudini, i miei spazi.
Questa notte, sentendo la pelle di qualcuno accanto a me, ho pensato a lui. Ho ricominciato con i paragoni. Ho fatto un salto indietro nel tempo e mi sono ricordata: anche con lui ho fatto paragoni durante questi anni.
Perché, perché desideriamo qualcosa o qualcuno quando sappiamo di non poterlo riavere più, perché sprechiamo il tempo che ci è concesso insieme nel terribile stato di estrema sicurezza?
Ma sono tutte stupidaggini. Devo seppellire qualcuno: e anche se, forse, sembrava tutto monotono e senza emozioni io ricordo che ogni singola mattina lo guardavo e dentro mi si rimescolava tutto. Ma dopo quel rimescolio mi deprimevo sconsolata ben sapendo che non mi avrebbe mai fatto emozionare altro che quell'immagine.
"G..o, ma come farò senza di te?" "Non farai mai senza"
Io pensavo fosse vero. E mi bastava.

lunedì 20 agosto 2012

La festa della Regina Margherita

Il giorno della vigilia di ferragosto sono stata in una delle torri saracene sparse nel Salento: la  Torre Regina Margherita - provincia di Brindisi. Dai tempi del Mavù non ricordavo un ambiente simile. Era uno spazio sconfinato suddiviso in zone diverse: dj set anni '80, rap, pizzica, jam session. C'erano installazioni luminose, reperti semi-archeologici come un fantastico "carro da morto" degli anni '60..Insomma, sono stata benissimo. Questo post è importante per non dimenticare quella sera in cui un tizio di cui non ricordo il nome non mi ha mollato per almeno 5 ore di fila e, come minimo, dovrebbe essere premiato e annoverato ai posteri per l'incrollabile costanza. Un sosia di Bersani, il cantante, lo chiamerò Samuele, nei ricordi. Perché, no, non credo lo rivedrò mai più. Quella notte Anto e Massimo si sono dati all'amarcord più sfrenato nel tragitto Bari - Brindisi e ho dovuto constatare che un sacco di ricordi ci rimangono dentro da qualche parte nascosti, finché qualcuno non li fa riemergere con poche battute. E mi son sentita vecchia...e anche un po' stupida per averli dimenticati.
Al momento sono nella fase: cerco di dimenticare.
Galleggio, ma spero di cercare un natante che quella notte non ho proprio trovato: e auguriamoci che non sia una zattera!

sabato 11 agosto 2012

CENT'ANNI DI INETTITUDINE

Qualche volta ti fermi a pensare che non hai combinato un accidente, si, anche se sei "ancora" giovane, come tutti si ostinano a ripetere. Oggi, ad un aperitivo con un vecchio amico che non rivedevo da quel maledetto giorno, mi sono sorpresa di come il mio "grande amore" sarà così definito soprattutto per il record di velocità. Avremmo dovuto essere lì a Londra con gli altri competitors. Avrebbe dovuto esserci anche mia madre giusto 36 anni fa. E' incredibile quanto il tempo - e l'inettitudine - viaggino in fretta. Le cose che ho guadagnato - e che sono ancora qui - hanno richiesto un tempo che a me pare infinito. La sola idea che la fatica non è ancora finita mi strema fin da ora.
Dunque, nella mia vita ho dovuto ricominciare parecchie volte. Sono almeno alla quinta - o la sesta? - e il numero di abitazioni e luoghi richiesti fa girare la testa.
Mi sono seduta, con le gambe incrociate a pensare. Io detesto fare i bilanci. Ho sempre e solo voglia di buttare tutto. Di nascondermi da qualche parte. Stavolta non posso farlo del tutto.
Oggi non riesco ad essere ironica, sono un po' triste, sono un po' presa dai miei pensieri.
Guardo le mie cosce e mi sembrano enormi, guardo il mio faccione e mi sembra insulso e brutto, guardo le mie mani e mi sembrano quelle di una vecchia.
Non ho combinato nulla, perché se a 36 anni sei punto e daccapo, quello significa...anche se tutti vogliono farti pensare il contrario.
Post da dimenticare..


giovedì 9 agosto 2012

La banda barzò...cca

Questa  mattina ero stravaccata sul divano leggendo distrattamente un vecchio numero di "Glamour" e carezzando con altrettanta svogliatezza Nina quando è scoppiata la musica di una banda. La melodia, romantica, era quella sdolcinata della colonna sonora del Titanic.
Per un attimo ho pensato che mia madre avesse installato qualcosa di assurdo che svilupasse una musica pazzesca al, che ne so, scoccare di un'ora "x" di cui non si potesse sapere l'importanza, con lei non si sa mai.
Solo dopo i primi 3 minuti di perplessità ho realizzato che fosse una banda che suonava davanti alla finestra: ed è stato un lampo.
In pochi, rapidissimi secondi, ho sperato che fosse per me. Lucidamente ho sorriso pensando che per uno che mi facesse suonare una melodia tanto allucinante non potesse valere la pena molto di più dell'odio che provo per quell'altro.
E la banda, come seguendo i miei pensieri, ha attaccato con "'O Sarracino".
Ah la vita, che cosa meravigliosa..

lunedì 6 agosto 2012

La casetta in "Canadà"

Mi son svegliata oggi dopo un bel fine settimana. i monti, la strada da rally..Oggi inizia un'altra mirabolante avventura. Ma. Ho imparato a dovere la prima soluzione: problema piante. Dunque io ho un terrazzo grandioso con un sacco di belle piante ma essendo completamente esposto al sole bisogna innaffiarle spesso. Ma grazie a Pinocchio che ci tiene a lasciarmi con quante più corna possibili ma con la possibilità di non far morire le piante - ha un suo perché - mi ha comprato un robino che spruzza l'acqua  a distanza. E' una cosa tipo questa:
 Ieri ho radunato tutte le piante, son riuscita ad attaccare il robino alla parte dell'irrigatore col timer (che dio lo abbia sempre in gloria) e...Stamattina ero curiosa di vedere il risultato: son corsa subito fuori e ho visto tutte le piante assolutamente umidicce.Bingo! Adesso posso tornare a zonzo tranquilla. L'inizio di una lunga serie di zonzi..eh eh eh

sabato 4 agosto 2012

Una serata piena di magia

In questo ennesimo agosto di merda, dove mentre elaboro seriamente un lutto, cerco di ricucire con la mia famiglia a distanza, provo a combattere le mie insicurezze e a sbirciare il mio futuro, capito ad una serata davvero molto particolare. Non avevo tanta voglia di uscire: un classico di quando si sta male è di starsene rintanati in casa a autocommiserarsi un po'. La mia amica Elizabeth mi propone però una serata in una casa privata per un concerto. Di più non è dato sapere. Arriva l'ora dell'appuntamento e raggiungo Liz a casa sua in bicicletta e da lì ci spostiamo subito in questo posto. E' una casa antica, affrescata, con un cortile interno meraviglioso, una cornice pazzesca che non avevo neanche mai notato in quella via lì. Gente alternativa, donne radical chic, di tutto di più. Respiro internazionale.. Al primo piano, in una sala dal parquet tipico delle sale da danza classica, campeggiano due pianoforti e su un grande treppiedi antico una tela contemporanea molto bella. La tela si chiama Argentovivo, come la rassegna. Uno dei due pianoforti è quello dove suonerà il pianista, Massimiliano Valenti, palermitano ma anche ormai girovago. Io e Liz ci siamo sistemate in prima fila.   Una cornice tanto bohemienne non l'avevo mai vista dai tempi napoletani. La serata si è conclusa tardi, chiacchierando dopo il concerto con il pianista, sorseggiando vino in quello splendido cortile.
Lontani i tempi di "A piedi nudi nel parco".

mercoledì 1 agosto 2012

Che fine ha fatto Woody Allen?

Era il 2001, io e Antonella decidemmo di andare al cinema una di quelle volte (tante) che quell'anno tornavo a Bari divertendomi un sacco. Nutrivamo medie aspettative per questo film insolito ma già dalle prime battute ci sembrò in assoluto il film più brillante realizzato dal nostro amico Woody. Eravamo ancora nel filone newyorkese, nella sceneggiatura incalzante, salace, potente che solo quel mito di regista riesce a creare. Io e Anto siamo morte dalle risate per le splendide battute del film e, rapite anche noi dalle paroline magiche "Costantinopoli" e "Madagascar", alla fine del film ci siamo guardate e abbiamo convenuto di rimanere a vederlo ancora per memorizzare le battute più esilaranti, credo sia stata la prima volta in assoluto che sia rimasta 4 ORE inchiodata in un cinema. In seguito questo piccolo capolavoro, almeno per me e Anto,  l'ho rivisto altre volte,poche essendo che la tv di certo non manda certe perle se non di notte o anche mai!!
La maledizione dello scorpione di giada
Arriviamo quindi a ieri sera. Piena di speranze, dopo una giornata faticosa, arrivo al mio appuntamento serale alla Rocca per vedere "To Rome with love".
To Rome with love
 Ordunque, fino al periodo di "Match Point" ho sempre considerato Woody un genio (ho quasi tutta la sua filmografia a casa) e sono rimasta solo un po' perplessa in seguito a "Vicky Cristina Barcelona". In sostanza, un confronto assurdo con le icone del passato -D. Keaton,   Mia Farrow, E. Hunt- e quelle odierne: Scarlett Johansson, Penelope Cruz...
Ma ritorno al film di ieri. Tralasciando i commenti delle signore dietro di me, che pareva stessero guardando l'ultimo dei Vanzina...aborro, vado a recensirlo. L'inizio del film col vigile che parla fuori dal contesto assomiglia di brutto a "Pretty Woman" - che è si, uno dei miei film preferiti, ma..oddio è WOODY ALLEN il regista mica un piacione da botteghino!! Passiamo quindi a tutta una serie di imprecisioni su Roma - un tipo dà un'indicazione ad una turista trovandosi a Trinità de' Monti dicendo che di fronte c'è piazza Venezia(sic!)- comparse improbabili da fratelli Vanzina, che a 'sto punto li ho abbondantemente massacrati,  miscelati  a mostri come Alec Baldwin. Ahimé, io credo che quest'ultimo non lavorerà mai più dopo questo film per la figura patetica e barbina che gli è stata tributata. Sceneggiatura: non pervenuta. A tutto si aggiunge l'esibizione assolutamente SMODATA di ogni tipo di brand del made in Italy, ripeto, stile cinepanettone...ma di quelli BRUTTI BRUTTI!! - segnalo in particolare una confezione di salume Beretta che spunta da una busta della spesa che non si vede, no no, che non è messa lì a caso..
Ho sofferto per Alec, per il caro Antonio Albanese, per un Benigni a dir poco orrido...
Durante tutto il film ho dovuto lottare contro la forza bruta che mi spingeva a fuggire, a non considerare fino alla fine questo film, a rimuovere chirurgicamente dal mio cervello un affronto simile. Ho resistito, stoicamente. Non ho atteso infine neanche il primo dei titoli di coda: me la son data a gambe.
Io questo film l'avrei intitolato così: "Che fine ha fatto Woody Allen?"

martedì 31 luglio 2012

Amore - mode OFF

Esattamente due anni fa ho vissuto l'ultimo giorno nella piena tranquillità di invecchiare e morire con Pinocchio, mio marito. Il 31 luglio 2010, giorno del suo compleanno, mi  ha comunicato di non essere più innamorato -"Ecco, non ti amo più". Era molto agitato, nervoso, mentre me lo diceva, ma credo ne fosse convinto. Quel giorno, quel giorno preciso il mio cuore si è spezzato. Due anni dopo mi ritrovo qui: l'ennesima donna separata da uno che chiamarlo Pinocchio significa usargli un vezzeggiativo improprio. L'elaborazione del lutto è una cosa lunga e dolorosa, per me - per lui no, ovvio, aveva e ha, ancora, quell'altra - un, anzi IL MOSTRO. Mi ha mandato un sms questa notte: "la mia vita mi fa schifo". Bene, dunque, caro ex amore mio ho un suggerimento di compleanno per te: che ne dici di stopparla questa vita merdosa? Le opzioni non mancano!! Di sicuro una scelta del genere eviterebbe il patetico moltiplicarsi delle tue mirabolanti figure di merda.
AUGURI!!!

giovedì 26 luglio 2012

L'illusione della privacy

Questa mattina mi sono recata all'ufficio anagrafe del mio comune. Purtroppo, benché rimandato per terrore (e orrore), è arrivato il momento di ritirare i documenti per la separazione. All'entrata ti accolgono due giovani donne abbronzatissime vicine al macchinino che sforna i numeretti: un pulsante per ciascun tipo di sportello, le file sono educate. Così, subito, mi domando perchemmai la popolazione ravennate abbia bisogno di due (DICO DUE!!) persone per saper dove pigiare. Il pensiero corre poi a città tipo Bombay, New York,...quante signorine ci saranno nei loro comuni??? Vabbé, prendo il mio numeretto e attendo pazientemente. Per evitare la tristezza infinita e buttar giù il groppo che ho in gola, apro il mio smartphone e leggo il blog divertente di una mezza sfigata ironica come me. Ora, debbo fare assolutamente una premessa: la sala d'attesa con lo schermo dove compaiono i numeri dei vari sportelli e rispettivi turni, è staccato da un lungo corridoio da quella che è la sala con gli sportelli, insomma una gran quantità di spazio. Mi son detta: sarà per la privacy... Quando arriva il mio turno, mi siedo, il tipo mi chiede cosa voglio e, senza attendere la risposta, comincia una questione col suo collega perché la stampante non funziona. Io dunque apro e do fiato alla bocca come un'idiota. Già penosa la cosa in sé, dopo devo pure ripeterla e infine la scimmia urlatrice mi chiede: PER CHE COSA LE SERVONO I CERTIFICATI DI RESIDENZA E STATO DI FAMIGLIA? Devo ribadire, mio malgrado, con nervosismo, con un fil di voce "per questioni legali, ehm, per una separazione". "AAAAH, PER IL DIVORZIO!" Gli avrei dato, lo giuro, una capocciata. "Nessun problema, facciamo una contestuale". Io penso, bho! Ed è a quel punto che mi dice con un sorrisino malizioso "Ma, signora, suo marito non risulta nel suo stato di famiglia. Lui nel 2009..vede qui?..non ha specificato questo quando ha cambiato residenza. Risultate ognuno per conto suo!!" E da quel momento cerco di spiegargli le varie fasi migratorie di residenza, acquisti di case, etc. e la mia voce risulta sempre più nervosa perché E' EVIDENTE CHE AVETE SBAGLIATO NELLA REGISTRAZIONE!! A quel punto lui mi guarda, con un filo di pena - forse sto diventando paranoica - e dice "controlleremo, ma a questo punto non ha senso cambiare per poi ricambiare lo stato di famiglia, no?"  A quel punto mi rendo conto che non ne posso più, mi guardo attorno e scopro accanto a me il bel figheiro che era prima con me in sala d'aspetto che mi guarda con un sorrisone da un orecchio all'altro, arrivato per farsi mettere una marca da bollo...Sarei sprofondata. Ho preso in fretta i documenti, li ho infilati nella cartellina con gli altri, rimesso gli occhiali da sole e sono fuggita.
Marchiata a fuoco. E come ha scritto l'avvocato nell'atto: la loro esperienza matrimoniale si è risolta negativamente a causa di contrasti insorti che hanno reso intollerabile la prosecuzione della convivenza;

AMEN

lunedì 16 luglio 2012

Ci siamo...quasi

Le formalità avanzano: siamo in dirittura di separazione. Io e Pinocchio all'alba del nostro sesto, merdoso anniversario, saremo legalmente separati. Da questa mattina sono preda di attacchi di panico, piango ogni tre per due e non riesco a capire esattamente cosa voglia dire "sta finendo un capitolo e se ne aprirà uno migliore", "finalmente sei libera", "adesso tornerai ad essere felice". Non capisco, davvero. Non respiro. Mi si chiude il diaframma, boccheggio e la testa comincia a girare fortissimo, mi vien la pelle d'oca e i brividi lungo la schiena. Mi domando se il tempo si comporterà da galantuomo. Mi domando.

martedì 10 luglio 2012

Il cuochino

Per una come me, con la passione per le cene, la costruzione e creazione di cibi leggeri e accattivanti, per la gastronomia dei territori, la cucina etnica, etc. far colpo su un bel cuoco, tale S. bé..ha il suo perché. Il tutto è nato assolutamente per caso. Buffet di gala alla fine di una serie di incontri riservati a tiepidi dirigenti in una sera occupata letteralmente dalla fregola per l'ennesima partita europea (di calcio, chetodicaffà). Un buffet meraviglioso letteralmente ma, oooppss, preparato per venti persone: presenti 6, che diventano magicamente 3 nel vano tentativo di allungare le chiacchiere quasi quasi arrivando a parlare della sintesi clorofilliana!! Naturalmente ho assaggiato tutto, ho bevuto tutto ed è quello che mi ha portato fino alla fine del disallestimento del buffet ridendo e facendo cavolate con l'allegra brigata del catering che ormai beveva pure lui!! S. si avvicina brinda con me e io gli chiedo della pasta katacosa per rifare quei magnifici gamberoni..roba da paradiso. Lui pazientemente risponde, con quell'aria da figo consumato, da bel tenebroso, da cuoco compiaciuto. Io incalzo su paté, conserve, cocktails e in quella infilata di cavolate da visibilissima brilla ovviamente ci scappa la domanda - ironica ma anche no - sul suo stato "occupazionale". Naturalmente l'uomo debitamente fidanzato mi comunica che non è geloso (lui?? al massimo la sua lei! ma tant'è..da un cuoco non puoi aspettarti il cervello di einstein, sarebbe realmente troppo). A questo punto gli domando maliziosamente di poterlo affittare col suo kit da gamberoni e caraffa di americano e gli smollo il mio biglietto da visita. Il biglietto da visita rimane sul tavolo, mogio mogio, triste triste e onestamente pensavo proprio che il mio show sarebbe nato e morto lì. Ma...S. va a prendere il suo bolide mi pulisce i capelli dalle foglie di gelsomino dove mi sono ficcata per evitare l'incursione del nostro gatto del cortile e mi da due baci sulle guance che proprio di dubbi non ne lasciano. Sbronza, torno a casa, mi metto a marinare il pollo al curry per il pranzo con le amiche del giorno dopo - tanto per rimanere in tema - e solo dopo almeno due ore mi rendo conto che l'uomo mi ha già mandato un sms, tanto per darmi il suo di numero. Al momento sono ancora in attesa del nostro incontro ravvicinato ma per quella sera mi son portata a casa da lui due bottiglie di un pregiatissimo Sejo e un cappello da chef con le firme dell'allegra brigata di cucina. Ecco, una delle conquiste meglio riuscite e..pazienza se è truzzo. Bon appetit!

mercoledì 4 luglio 2012

La seconda prima volta

Esattamente come due anni fa: una felice rimpatriata. Subito dopo il crollo totale il "fico" ricompare. Una domenica mentre corro come una folle sulla mia mountain bike mi chiama Enrico. Una telefonata lunga 12 km, senza fiatone e con un sorriso largo da un'orecchio all'altro. Il fico mi comunica che il giorno dopo suona alla festa del piddì. Premetto: io non sono mai stata ad una festa, non dico dell'Unità, ma manco del piddì e mi son guardata dal chiedere se non fosse la stessa cosa per evitare la figura della cretina. Ad ogni modo ho sempre saputo (certe cose si sanno come i muri che hanno le orecchie) che durante queste feste si mangia (salsicce perlopiù), si beve (birra e vino perlopiù) e si ascoltano dei brevi concerti (non sempre felici). Accetto con entusiasmo anche perché, ma non sono sicura, spero in un lieto dopofesta. L'entusiasmo tende a scemare quando scopro con disappunto che neanche una delle mille persone che chiamo, messaggio, scrivo per chiedere di accompagnarmi dicano di si! Gulp! No, la festa del piddì a Punta non va decisamente per la maggiore (e mi dispiace per Enrico). Arriva la sera, titubo - ci vado, non ci vado, mi vergogno e se il "dopo" rimane una pia illusione?? Insomma, proprio all'ultimo momento acchiappo con forza quella misera voglia che ho - no, non della festa - e m'imbarco. Veleggio alla volta di Punta, mi aiuto con Annie Lennox che mi canta gioiosamente un "walkin'on broken glass" e quindi arrivo alla festa. Sgomento. Ci saran state giusto una ventina di persone in un parchetto che poteva contenerne più mille: una proporzione simile non aiuta. Mando un sms ad Enrico e quindi mi fiondo al banchetto della birra e col mio bel bicchiere colmo comincio a valutare la migliore posizione per godermi birra, concerto (di Enrico) senza dare nell'occhio. Essì, perché con così poca gente..come diavolo fai a passare inosservata? Guardandomi attorno per adocchiare eventualmente il fico, mi rendo conto di una cosa assai curiosa: sul palco c'è una band (la band di apertura) che come minimo è naif: canta di disoccupazione, precarietà e soliti problemi giovanili scimmiottando vagamente Steven Tyler; bassista e chitarrista si intrecciano ad un certo punto tra gambe, braccia e strumenti e, non so come, non siano caduti, visibilmente forzati. 'Na tragedia!! quasi di fronte, su un altro lato, un tipo dall'età, volto e umore indefiniti strimpella una tastiera cantando TUTTO il cantabile di De Andrè. Ora, va bene tutto, De Andrè al piddì ci starebbe ma...lo stridore tra le due cose è veramente insostenibile, tanto più che al pianobarista dall'aria truce, pare abbiano alzato l'audio delle casse in maniera assurda. Al momento in cui Enrico sale sul palco il mio bel musicista preferito, con la sua aria timidosa e scanzonata non manca di far notare questo stridore salutando il suo alter ego che beatamente se ne frega e continua ad alzare sempre più i toni del suo De Andrè - nonostante il fico fosse su un palco rialzato e quello in basso, nonostante gli altri strumenti e quello da solo, nonostante l'impianto potente e altrettanta voce...quello di più. Piano piano la gente scema..il concerto finisce - di entrambi: De Andrè contro Enrico, una bella lotta. Non so cosa fare, non c'è anima viva DEVO andar via prima di sembrare una povera pazza abbandonata lì come un sacco di patate. E a questo punto la serata peggiora: Enrico mi dice che mi raggiunge non appena terminati i conti e sbaraccato. La domanda a questo punto è d'uopo: e io nel frattempo che faccio? In preda all'ansia interiore deido di accendermi l'ennesima sigaretta camminando verso la macchina con una lentezza che neanche una tartaruga, una volta sul mezzo mi decido: vado a scoprire Punta by night. Mi fermo ad un bar, ordino una birretta rossa e constato che sono L'UNICA donna nel raggio di mille metri!! Benone, giacché non sono timida, no no. Purtroppo il fico si fa desiderare, mentalmente, trascorsa un'ora durante la quale avrei anche potuto strozzarlo e ho considerato quasi tutte le fughe del parquet ai miei piedi pur di evitare lo sguardo di tutti gli uomini attorno a me, lo mando a quel paese e mi dirigo a casa. E qui la legge di Murphy si rivela in tutta la sua prepotenza: non appena metto piede in casa Enrico mi messaggia per avvertirmi che si è liberato. Ma a quel punto la notte, per me, si è fatta giovane: volo di nuovo a Punta per poi...ed è meglio terminarla qui. Bellissima notte come quella di due anni fa.

venerdì 22 giugno 2012

Benvenuta estate

Come da scaletta ragionata, ho pensato di dare il benvenuto al nuovo solstizio attraverso la prima cena con amiche sul mio terrazzo. Ne sono così orgogliosa!!! E' stato tutto bellissimo. Mister Pinocchio ha continuato a mandarmi messaggi di buon augurio della serata, con tono patetico. - Eh no, bambino, mai e poi mai ti avrei invitato. Questa mattina mi chiede com'è andata e gli rispondo con una foto ma...in verità gli avrei mandato più questa. Mi sembra appropriata.
Benvenuta estate!!

lunedì 18 giugno 2012

La scaletta di sopravvivenza

Per rialzarsi dalle proprie ceneri credo che lo strumento di pianificazione ragionata sia molto salutare. Ho scritto sul mio taccuino una serie di cose da fare di tipo pratico per la separazione (contattare avvocato, colloquio preliminare, etc.) e una serie di buone abitudini per imparare a vincere le mie paure. Tra le cose da depennare c'è la sana abitudine di uscire almeno un paio di volte alla settimana.
Per questo motivo sabato pomeriggio mi sono ritrovata a Bologna con una (molto meno di) amica e con altre persone catapultata in un mondo pieno di fascino che sarebbe stato così 15 anni fa.
C'è voluta una serata piena di persone piuttosto bevute, ballerine e goderecce, con una dose di sfacciataggine di cui sono - ebbene si - sprovvista per capire che, no, non è quello che desidero. Ad un certo punto della serata, verso la fine, mi son ritrovata davanti al bancone del bar a chiedere una birra ad una ragazza di una bellezza straordinaria, lei mi ha dimostrato tutto il suo disgusto. Ho preso la mia birra, mi sono accesa una sigaretta e ho guardato la vita dalla mia prospettiva. E' necessario, a volte, prendere le cose con un po' di calma e, perché no?, compatirsi anche un po'.

giovedì 7 giugno 2012

Silenzio, cala il sipario

Ad un osservatore attento sarà capitato certamente di chiedersi perché il sole continui a sorgere dopo un momento veramente brutto che ti fa capire che ieri non tornerà più. L'interrogazione non può avere risposta, credo, se non quella di attendere il tempo, tendere l'orecchio, focalizzare lo sguardo. Ogni senso deve essere impiegato al massimo per cercare qualcosa tra le pieghe di un giorno, una settimana, un anno, degli anni che vanno avanti inesorabilmente, facendoti capire che tu sei una mera casualità.

lunedì 28 maggio 2012

Benvenuta primavera

Quando hai le farfalle allo stomaco, quando stai bene ma sei logorata dai dubbi, quando scruti l'oggetto del tuo desiderio o pensi a lui continuamente, vengono in mente robe strane. E il 21 marzo, primo giorno di primavera, decido di festeggiare l'evento in maniera particolare. Giornata di roba mondiale al lavoro, lui mi chiede di uscire insieme, senza specificare alcunché. Ore 18.30, vado verso il parcheggio inciampando nei miei stessi piedi, guido imprecando con in testa la perfetta pianificazione dei 30 minuti entro i quali dovrò: spogliarmi, rispondere al telefono che non smette di squillare, lavarmi, decidere cosa mettermi (COSAMETTERMI - sarà la parola chiave), vestirmi, truccarmi un minimo e quindi rotolare di sotto. Fatto tutto - e mettiamoci un goccino di vino e sigaretta per darmi la parvenza di tranquillità. Arrivo alla sua  macchina: vestita col cappotto da teatro, bocca rosso fuoco, tacco alto. Ovviamente lui non fa i salti di gioia che farebbe se avessi gli anfibi ai piedi - dio bòn, gli uomini!! Mi infilo in macchina, lui: "Allora, amore, dove andiamo?" "Dove vuoi, caro, ma consiglio non in luogo pubblico. Sai, ho avuto poco tempo e quindi..non ho potuto indossare altro che questo.." E con gesto assolutamente studiato (ah, Marilyn..se potessi vedermi) ho aperto il cappotto facendo intravedere la leggerissima sottoveste ovvero l'unico indumento. Reazione: si ingrana la marcia, si parte a razzo e..una serata magica. La nostra ultima.
Con questo ti metto definitivamente nel cassetto dei ricordi.

venerdì 25 maggio 2012

La prima volta bella

Il primo appuntamento nel quale sai, senza alcun dubbio, che conoscerai biblicamente un uomo è un vero inferno. Si comincia dal principio: problema 1. i peli; adesso mi rado dappertutto e lui però capirà che non vado da un'estetista mai, che non faccio cerette, si accenderà un fiammifero sul mio polpaccio; problema 2. l'intimo, questo caro amico indeciso, calze comprese (questo già è in fibrillazione, se scopre che porto il reggicalze gli viene una sincope subito); problema 3. abbigliamento. Sportivo? fa troppo nonmenefreganiente. Elegante? fa troppo sonounavamp (o una sciura a seconda della sobrietà). Non sono problemi da poco questi. Io mi sono tolta il pensiero e ho optato per la depilazione (veloce) del pelo residuo con dose massiccia di creme e olii per ridurre l'attrito ed evitare inutili incendi; intimo senza pizzi e merletti, molto liscio ma..mi concedo un balconcino che arraperebbe un bradipo, e...calzettoni UAH AH AH - si capirà poi; abbigliamento sportivo ovvero jeans, maglioncino e anfibi (da cui i calzettoni) - inutile dire che per quest'ultimo accessorio è andato completamente fuori di testa. Devo ancora capire la legge non scritta che sottintende al sexy degli anfibi..devo capirla presto per evitare l'autodistruzione con i tacchi.
Niente trucco, eh certo, mica vorrò sembrare pierrot nel bel mentre dell'amplesso?? - benché mi aspettassi proprio qualcosa di molto soft (ah, quanto mi sbagliavo..).
I problemi veri continuano: avviene la parte cruciale, cosa devo "fare" o evitare la prima volta? La domanda è necessaria perché non si vuole dare un'impressione sbagliata la prima volta. Ma quale sarebbe l'impressione giusta? Dar di sé l'immagine della godereccia o la verginella dolce e sospirante? Ahimé, in questo senso la mia volontà può poco: non riesco ad essere mai calma e pacata, figuriamoci in quel frangente.
La premessa è stata questa ma la mia prima volta con lui è stata grandiosa, magica, frenetica, appagante, sorprendente. Unica. La migliore prima, seconda, terza, quarta, quinta, ....ennesima volta della mia vita.

mercoledì 23 maggio 2012

IL MIO CHIODO FISSO

A casa, momento di sconforto. In una giornata abbastanza impegnativa, mi giunge la notizia che il mio boss ha appena perso la sua compagna. Ma no, era vedovo.. Ma si, mi si informa, aveva una compagna. Ed è morta pure questa??? Lui aveva una compagna?!? - Fulmineo come un lampo il pensiero che un bel po' di sfiga si abbatta su questo gigante buono, poverino. Ok, provvederò a tutto io. 
E, quindi, ricordo l'appuntamento saltato per portarlo in quel posto dalla carne buona per il quale aveva mostrato tanto entusiasmo. E' stato un attimo: crea messaggio, "come stai? spero bene. Stai tranquillo che oggi ho avuto tutto sotto controllo ed è andato tutto benissimo. sai, quel posto lì ha chiuso ma ne conosco un altro altrettanto buono, ti va bene lo stesso? a presto". Dopo meno di un minuto, ringtone e risposta disarmante: "mi sei mancata". Così, proprio così è cominciata. Il 15 febbraio l'ho portato all'osteria (o meglio lui, fisicamente, ci ha portato me). Il poverino non poteva sapere che a mezzanotte di quella sera scattava il momento del mio compleanno. La notiziona è stata svelata davanti ad un buon rum in un bel pub lì vicino. - Ci ho pensato e ripensato e non mi ricordo minimamente: come abbiamo fatto ad arrivare dall'osteria al pub? forse ci è occorso il teletrasporto.- All'uscita del pub, la neve, il ghiaccio, io stanca ed ubriaca (ebbra). Si ferma di botto, mi augura buon compleanno e mi bacia. Sulla bocca. Sulla bocca???? Ma è il boss!!! Fortunatamente l'alcool, la stanchezza, la paura di scivolare, la tristezza di un anno in più mi hanno bloccato i pensieri. Mi ha preso in braccio, come una principessa e mi ha portato senza sforzo alla macchina parcheggiata in piazza Kennedy (avevo un montone lungo come soprabito!! :-0). Ha aperto (con quale mano?) e mi ha adagiata sul sedile.
L'elemento più dolce.
Sotto casa il vero, morbido, vellutato, avvolgente bacio. 
E la storia ebbe inizio...