Ho trascorso questo fine settimana perennemente circondata da persone non italiane: inglesi, francesi, canadesi, americani. Ogni minima cosa succedesse, in qualunque momento della giornata e in qualunque contesto tiravan fuori i soliti cliché degli italiani: i meridionali sono freddolosi di natura e bassi, gli italiani guidano senza rispettare le regole, nelle attività commerciali o di servizi non si rispettano i turni per i clienti, non si trova lavoro, il sistema scolastico è carente e prevede "troppi orali" - QUESTA, RAGAZZI, MI MANCAVA PROPRIO!! - il legame con le famiglie di origine è sempre malato, urliamo, etc. etc. Talmente tanti che, giuro, nonostante ogni mio migliore proposito a starmene zitta e godermi la gita, avrei voluto sottolineare che l'utilizzo dei cliché presuppone una particolare chiusura mentale considerando che si trattava di persone che girano il mondo!!! Ora, non è che io voglia difendere a tutti i costi l'italia e le sue "peculiarità" ma trovo che almeno su una cosa si possa utilizzare con sicurezza il cosiddetto "cliché: I NON ITALIANI (che vivano o meno qui) SONO MALEDUCATI!!! Si, perché noi all'estero non si punta il dito ogni due per tre su di loro: gli austriaci ruttano a piè sospinto, i tedeschi sono buzzurri e ineleganti come pochi, i francesi han la puzza sotto al naso anche se si vestono come i tedeschi, gli inglesi urlano....etc etc
Si accettano commenti e suggerimenti,
grazie.
lunedì 15 aprile 2013
lunedì 28 gennaio 2013
La mente e i carciofi
Stanotte mi sono svegliata verso le 5 perché mi ha colpito
vivamente il sogno che avevo appena fatto. Capita raramente che io ricordi così
nitidamente i miei sogni e, siccome non volevo dimenticarlo, mi sono
mentalmente fatta il riepilogo delle “key things” del sogno. Potete immaginare
quanto ci sia rimasta male che dopo sole due ore, al mio risveglio, non mi sia
ricordata neppure quelle?
Riflettevo sul fatto che il nostro cervello è proprio
strano. Sembra, a volte, che vada per conto suo. La razionalità è un concetto
che ho sempre capito come insieme di regole, somme di costi e benefici, etc. ai
tempi delle lezioni di filosofia del liceo. Ma. La razionalità intesa come
funzionalità cerebrale, come utilizzo espresso o prolungato della materia
grigia, mi sfugge spesso nella vita quotidiana.
Per esempio: una delle cose che faccio più di frequente col
pensiero è reagire metodicamente a certe cose attraverso un elenco meticoloso
delle cose da fare e da non fare. Puntualmente ne faccio meno della metà. Leggo
molti blog deliziosi e di vari argomenti e ho trovato che questa è un’abitudine
tutta umana – anche tenendo conto che diversamente non potrebbe essere, visto
che il raziocinio è un attributo che si affibbia ai soli viventi di questa
specie.
Robe divertenti degli ultimi tempi? Una.
Ero in montagna qualche giorno fa, prendevo lezioni di
snowboard con la maestra Luisa, una simpatica ferrarese prestata alle vette
modenesi. Durante la risalita delle piste “baby” (si, sono ancora a quei
livelli, embè?) mi fa notare quanto è tenero il mio accompagnatore. La mia
secca risposta: “Si, ha molto da farsi perdonare”. E’ stato un attimo, quello, in
cui mentre realizzavo che la lingua fosse andata più veloce del pensiero, lei
si è illuminata e, facendomi rimanere come un carciofo romanesco, ha ribattuto “Brava!
Così si fa!” E, come qualche volta
accade, ho pensato che ci vede molto più lungo il primo che passa rispetto a
chi ci ha addirittura messo al mondo!! WOW!
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