lunedì 15 aprile 2013

Cliché

Ho trascorso questo fine settimana perennemente circondata da persone non italiane: inglesi, francesi, canadesi, americani. Ogni minima cosa succedesse, in qualunque momento della giornata e in qualunque contesto tiravan fuori i soliti cliché degli italiani: i meridionali sono freddolosi di natura e bassi, gli italiani guidano senza rispettare le regole, nelle attività commerciali o di servizi non si rispettano i turni per i clienti, non si trova lavoro, il sistema scolastico è carente e prevede "troppi orali" - QUESTA, RAGAZZI, MI MANCAVA PROPRIO!! - il legame con le famiglie di origine è sempre malato,  urliamo, etc. etc. Talmente tanti che, giuro, nonostante ogni mio migliore proposito a starmene zitta e godermi la gita, avrei voluto sottolineare che l'utilizzo dei cliché presuppone una particolare chiusura mentale considerando che si trattava di persone che girano il mondo!!! Ora, non è che io voglia difendere a tutti i costi l'italia e le sue "peculiarità" ma trovo che almeno su una cosa si possa utilizzare con sicurezza il cosiddetto "cliché: I NON ITALIANI (che vivano o meno qui) SONO MALEDUCATI!!! Si, perché noi all'estero non si punta il dito ogni due per tre su di loro: gli austriaci ruttano a piè sospinto, i tedeschi sono buzzurri e ineleganti come pochi, i francesi han la puzza sotto al naso anche se si vestono come i tedeschi, gli inglesi urlano....etc etc
Si accettano commenti e suggerimenti,
grazie.

lunedì 28 gennaio 2013

La mente e i carciofi


Stanotte mi sono svegliata verso le 5 perché mi ha colpito vivamente il sogno che avevo appena fatto. Capita raramente che io ricordi così nitidamente i miei sogni e, siccome non volevo dimenticarlo, mi sono mentalmente fatta il riepilogo delle “key things” del sogno. Potete immaginare quanto ci sia rimasta male che dopo sole due ore, al mio risveglio, non mi sia ricordata neppure quelle?
Riflettevo sul fatto che il nostro cervello è proprio strano. Sembra, a volte, che vada per conto suo. La razionalità è un concetto che ho sempre capito come insieme di regole, somme di costi e benefici, etc. ai tempi delle lezioni di filosofia del liceo. Ma. La razionalità intesa come funzionalità cerebrale, come utilizzo espresso o prolungato della materia grigia, mi sfugge spesso nella vita quotidiana.
Per esempio: una delle cose che faccio più di frequente col pensiero è reagire metodicamente a certe cose attraverso un elenco meticoloso delle cose da fare e da non fare. Puntualmente ne faccio meno della metà. Leggo molti blog deliziosi e di vari argomenti e ho trovato che questa è un’abitudine tutta umana – anche tenendo conto che diversamente non potrebbe essere, visto che il raziocinio è un attributo che si affibbia ai soli viventi di questa specie.
Robe divertenti degli ultimi tempi? Una.
Ero in montagna qualche giorno fa, prendevo lezioni di snowboard con la maestra Luisa, una simpatica ferrarese prestata alle vette modenesi. Durante la risalita delle piste “baby” (si, sono ancora a quei livelli, embè?) mi fa notare quanto è tenero il mio accompagnatore. La mia secca risposta: “Si, ha molto da farsi perdonare”. E’ stato un attimo, quello, in cui mentre realizzavo che la lingua fosse andata più veloce del pensiero, lei si è illuminata e, facendomi rimanere come un carciofo romanesco, ha ribattuto “Brava! Così si fa!”  E, come qualche volta accade, ho pensato che ci vede molto più lungo il primo che passa rispetto a chi ci ha addirittura messo al mondo!! WOW!