domenica 27 aprile 2014

SI, VIAGGIARE..

VIAGGIO SOLA

Ho appena visto un film, parla di una donna che viaggia per il mondo per lavoro giudicando gli alberghi più lussuosi. Durante questi viaggi ha un amico caro, un suo ex, che aspetta un figlio da una donna, una sorella alle prese con la vita di routine con due figlie e un marito, e tutto questo ruota attorno. Ogni tanto questa donna guarda questa vita degli altri come si guarderebbe  un acquario. E’ combattuta: quella è la vera vita? E la sua solitudine dorata è davvero meglio? Viaggiare soli è molto bello, credo, ma bisogna avercelo nel sangue. La vita, quella che tutti si aspettano, forse sin da piccoli, è quella ordinaria: in un luogo, una famiglia, dei figli, un lavoro neutro.- A meno di sognare di fare la rockstar, e sono pochi.- Da grandi se ci piace girovagare da soli, e non per piacere, ci fa venire un mucchio di conflitti. E’ giusto che piaccia questa solitudine?  Perché chi viaggia così una vita “normale” non può certo averla.
Io ho provato quel lavoro e mi è piaciuto moltissimo e tuttora girovago per lavoro o no e ogni volta che lo faccio è come se mi sentissi viva, durante il viaggio. Ciò che devo ancora capire è quella strana sensazione di solitudine che mi assale quando quella felicità desidero condividerla al mio arrivo nell'albergo di turno. Ho risolto il problema, credo, guardando la vita dei passeggeri che incontro: guardo cosa fanno, cosa dicono. Come un’ombra ascolto, mi faccio un’opinione ma sempre da una giusta distanza. E poi rifaccio la valigia e mi sorprendo quanta vita ci sia dentro oltre ai vestiti.
La mia casa è accogliente ma non placa la mia voglia di viaggiare per sentirmi davvero me stessa, la mia casa è un nido prima di spiccare il prossimo volo. Anche a questo dovrei proprio riflettere.

Questo periodo sto viaggiando e so che viaggerò ancora ed è proprio questo che mi conforta nella solitudine della stasi che forzatamente esiste tra un viaggio e l’altro.

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